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L’ultima cena. Un teatro firmato Procaccini
a cura di Diana Marcello – storica dell’arte
Ogni opera d’arte ha da raccontare una storia che incanta. Non fa eccezione la monumentale «Ultima Cena» dipinta da Giulio Cesare Procaccini (Bologna 1574 – Milano 1625) per la basilica della SS Annunziata del Vastato a Genova. Una visita riservata per ammirare l’antico splendore dopo il restauro avvenuto presso il Centro di Venaria Reale a Torino. Prima che venga ricollocato alla sua ubicazione stabile a più di dieci metri d’altezza, l’occasione di osservarla da vicino è unica. Un faccia a faccia imprevisto, un colpo di scena mozzafiato: quasi 40 metri quadri di tela dipinta, figure il doppio del naturale, composizione teatrale d’effetto, pittura energica, sanguigna, espressiva, colore neoveneto e rubensiano. Un capolavoro di Procaccini realizzato secondo gli studiosi nel 1618, anno di un suo soggiorno documentato a Genova. Collocata in origine nel refettorio, già nel 1686 viene spostata sulla controfacciata della chiesa e, per adattarla ad una cornice sagomata, ampliata su tutti i lati con aggiunte visibili soprattutto nella centinatura. Qui si apre un altro capitolo della storia. Perché a fine 2013 si presenta un problema: proprio dallo spigolo in alto a destra un’ampia porzione di tela si sta stacca dal supporto. Un restauro tra duttilità, capacità di innovare e inventare soluzioni, rigore scientifico, unione tra saperi e professionalità fa si che l’avventura del Procaccini approdi a lieto fine. Un tappa intermedia prima di tornare a casa la fa divenire l’ospite d’eccezione alle Gallerie d’Italia di Milano, nella mostra ‘L’ultimo Caravaggio’, per stupire il pubblico meneghino.
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