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I caruggi di Genova
Qual è l’origine della parola “caruggi”? Ci sono diversi ipotesi dal latino “quadrivium”, letteralmente quattro strade, dalla parola francese “charriage” o dall’arabo “kharuj” che significa uscita, in questo caso sul mare. Passeggiando nei caruggi è possibile ricostruire attraverso i loro nomi la storia della città. Dagli antichi mestieri degli artigiani che in quelle strade avevano le loro botteghe via Orefici (o via degli Orefici o fraveghi, cioè fabbri), dove troviamo il bellissimo bassorilievo raffigurante l’Adorazione dei Magi e l’edicola dipinta su ardesia da Pellegrino Piola, vico Indoratori, piazza di Pellicceria (ove sin dal XIII secolo avevano sede le più pregiate pelliccerie di Genova), salita Pollaiuoli, Macelli di Soziglia, ad altri caruggi che hanno nomi suggestivi e di riferimento popolare, come vico dell’Amor Perfetto o vico Carabaghe (o vico delle Carabaghe). Nei dintorni di Sottoripa esisteva vico dei Cartai, che ora non esiste più in quanto erano scomparsi i fabbricanti di carta, lustro della città per molto tempo, tanto che il Parlamento di Londra aveva stabilito che la carta usata per i documenti da mettere in archivio fosse unicamente quella proveniente da Genova. La gamma dei nomi è infinita, dai cibi, all’acqua, alle piante agli animali, come vico Leone che sembra debba il suo nome a quello di un’antica locanda, il Leon Rouge in cui Mazzini venne arrestato nel 1830.
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