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Frisceu, panissa e merletti: storie della Repubblica genovese
Genova: le piazze e le strade eleganti, i palazzi sontuosi cornice di una passeggiata che parla di gente, anzi, di storie… di trippa, di spezie, gallette del marinaio, jeans, damaschi, velluti, filigrana… Il percorso tra la magnificenza della Repubblica, la potenza della Superba, i palazzi più sontuosi, dai colori più inaspettati, tutti stucchi, lesene, colonne, florilegi, cortili. Palazzo Ducale e i suoi “sbirri” della Torre Grimaldina dove i condannati a morte consumavano il loro ultimo pasto: una scodella di brodo con trippe e pane abbrustolito (da qui il nome sbira). L’origine di questo piatto risale al 1479 anno di fondazione dell’Oratorio di Sant’Antonio detto dei Birri perché da qui uscivano quelli che di mestiere avrebbero fatto le guardie carcerarie “gli sbirri”. Piazza delle Erbe con le sue besagnine, i venditori di carne di capretto e i venditori di frisceu e panissa. Percorrendo una delle vie del sale raggiungeremo il porto incontrando una antica Sciamada. Ma all’epoca dell’antica Repubblica di Genova una delle attività più importanti era quella manifatturiera con la fabbricazione dei tessuti serici che venivano esportati in tutto il mondo. Inoltre, preziosi tessuti tipici come pizzi al tombolo e merletti, tra cui il macramè, e tessuti cosiddetti «poveri»: la canapa e la «tela blu di Genova», cioè il jeans. Non a caso i damaschi, i lampassi, i macramè, gli shantung di seta, erano chiamati Velours de Gênes dai francesi e Genoa Velvets dagli inglesi.
TOUR CONODOTTO DA GUIDA ABILITATA
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