dei delitti e delle pene (Cesare Beccaria)

In epoca medievale le esecuzioni capitali avvenivano sulla scogliera del Molo. Qui, le guardie, approntavano il palco per l’impiccagione. I condannati, in arrivo, dal Palazzetto Criminale, attraversavano la città per giungere alla chiesa di San Marco e assistere alla messa. In questo tragitto un’ ultima sosta presso quella che, ai genovesi, è nota come la Casa del Boia (XI secolo). Sempre in zona Molo nel 1269 fu costruito il Casone della Malapaga, una prigione dove furono rinchiusi i debitori inadempienti. La prigione restò in funzione fino al 1850. Numerosi i reclusi, tra i quali pisani e veneziani, anche dopo le gloriose battaglie della Meloria e di Curzola, che videro i genovesi vittoriosi.  Invece l’antico carcere giudiziario di Sant’Andrea, fu edificato, sulla collina tra la piazza di San Domenico e le torri di Porta Soprana.  L’area era quella del monastero delle monache Benedettine di Sant’Andrea. Il governo napoleonico nel 1810 lo adibì a carcere cittadino per le ormai insufficienti prigioni del Palazzetto criminale e della Torre Grimaldina dove vennero rinchiusi, fin dal Quattrocento, prigionieri politici e cospiratori, anche illustri.

Il carcere di Sant’Andrea fu attivo per quasi tutto l’Ottocento prima che venisse edificato agli inizi del ‘900 il carcere di Marassi.

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