Cimitero di Staglieno: porticato Montino

conferenza itinerante a cura di Debora Colombo              

Il Porticato Montino fu costruito nel 1925 come espansione a ponente del progetto del Resasco e i cui nicchioni furono subito acquistati e decorati dalle importanti famiglie dell’emergente borghesia mercantile e imprenditoriale genovese. Sotto questi portici è ben documentata l’evoluzione della scultura ligure nel periodo tra le due guerre, con la varietà dei suoi linguaggi: vi si alternano persistenze tardo liberty, raffinate stilizzazioni geometriche déco, sobrie riprese di classicismo, citazioni del realismo ottocentesco e greve monumentalismo di gusto più ufficiale.  Tipiche del tardo Déco sono la Tomba Scorza -scolpita da E. De Albertis nel 1931 e che, sul modello della Tomba Caprile del 1924, rappresenta tre figure quasi stilizzate, riecheggianti le grazie del Canova, ma in un aspetto dolente. Tipicamente novecentesca è invece la Tomba Coppa, del 1930, dove si nota l’uso di materiali molto differenti e il distacco dalla sobrietà del marmo bianco: due figure in bronzo, una dolente e un angelo pensoso, sono appoggiati ad un sarcofago in marmo e sullo sfondo il mosaico rappresenta in toni brillanti (rosa, oro, azzurro) un paesaggio. Sul fondo della galleria,  molte tombe ci stupiranno per il loro “gigantismo”, fenomeno diffusosi all’inizio del XX secolo. Poco lontano dal Porticato Montino  la tomba del famoso attore dialettale genovese Gilberto Govi (1966) e di sua moglie Rina. Decorata con i mascheroni del teatro in bronzo che ricordano la commedia dell’arte, furono poste dal Comune forzando le volontà testamentarie dell’attore.

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