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Aperitivo con la Luna Blu
Nel XVI secolo, il termine luna blu fu usato per la prima volta dal Cardinale Wolsey, noto consigliere del celeberrimo Enrico VIII. Il cardinale in questione, scrivendo dei propri nemici intellettuali, si riferì loro affermando che “avrebbero persino creduto che la luna sia blu”. Nei paesi anglosassoni, l’origine del nome affonda nell’antichità. Partendo dal presupposto che blu era la terza luna piena delle quattro verificatesi in una sola stagione, si iniziò ad attribuire al fenomeno un alone mistico e misterioso. Nel 1932 fu usata per la prima volta l’espressione blue moon in un articolo del Maine Farmer’s Almanac, veniva data tale definizione alla terza luna piena che si verifica in una stessa stagione. Nel 1946, l’astronomo James Hugh Pruett interpretò erroneamente tale definizione e utilizzò l’espressione per riferirsi invece alla seconda luna piena dello stesso mese. Ed è da questo “errore” che ancora oggi persiste il termine. La rarità del fenomeno della luna blu sta nel fatto che il calendario che noi seguiamo non aderisce alle fasi lunari. In questo modo, quando si verificano due pleniluni nell’arco dello stesso mese, ha luogo quello che viene considerato un evento insolito. A luglio avremo dunque due lune piene: la prima il 2 e la seconda il 31. Un fenomeno sicuramente non comune ma tutt’altro che raro… che si ripete in media ogni 2,7 anni. Questa definizione non si riferisce al colore del nostro satellite naturale ma a una particolare combinazione che si verifica periodicamente: una doppia luna piena in un unico mese.
APERITIVO E CHIACCHIERATA a cura di WALTER RIVA, Direttore osservatorio astronomico del Righi
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